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Un anno fa, sul mio blog di viaggio berlinese, scrivevo un post dedicato alle stazioni ferroviarie, in particolare alla differenza fra quelle tedesche e quelle italiane. Le stazioni di casa nostra, manco a dirlo, ne uscivano sconfitte su tutta la linea.
Nel frattempo qualcosa è cambiato. Sabato scorso sono andata in Svizzera partendo da Milano. Essendo arrivata in anticipo, ho avuto un po’ di tempo per visitare la nuova zona shopping della Stazione Centrale. L’ultima volta che ci ero stata la maggior parte dei negozi era ancora chiusa e il tutto aveva un’aria alquanto triste; ora sono tutti aperti e finalmente i viaggiatori hanno qualcosa da fare mentre aspettano il loro treno – in perenne ritardo. Ma la vera sorpresa l’ho avuta al ritorno. Solitamente, rientrando da Svizzera e Germania, notavo la differenza abissale con le stazioni d’oltralpe, dove bar e negozi sono quasi sempre aperti e rendono l’ambiente vivace e, soprattutto, danno un senso di sicurezza. Questa volta, invece, appena scesa dal treno, ho avuto la sensazione di essere ancora in Europa. Saranno stati i negozi aperti nonostante fosse Pasqua, o forse la bella giornata di sole, ma è stata comunque una piacevole sorpresa.
Ma c’è ancora qualcosa da sistemare. Le uscite, ad esempio. Io era abituata a prendere l’uscita centrale e scendere in metropolitana da lì. Sapendo che ci sono ancora dei lavori in corso, ho deciso di seguire le indicazioni e mi sono ritrovata ad attraversare tutta la stazione sui tapis roulant. Un giro lunghissimo e inutile. Spero che i nuovi ingressi che porteranno alla metro, al momento ancora in costruzione, ovvieranno a questo inconveniente.
La cosa peggiore, però, è stato il passaggio dalla stazione dei treni a quella del metrò. Appena ho messo piede in quest’ultima sono stata assalita da, nell’ordine:
– puzza di pipì da far venire le lacrime agli occhi
– ambiente buio e sporco
– venditori abusivi e persone che tentano di scroccare qualche spicciolo a chi sta comprando i biglietti ai distributori automatici
Come dire, gli elementi classici che ti mettono addosso quel vago senso di inquietudine e ti fanno appoggiare la mano sulla borsetta, così, per scrupolo. Sono contenta che l’ATM si sia buttata sulle nuove tecnologie e abbia lanciato qualsiasi tipo di servizio per iPhone, smartphone e affini, ma anche comprare un paio di ramazze, qualche flacone di disinfettante e delle lampadine nuove potrebbe essere un investimento utile.