
Che fatica. Ammetto di non essere la persona più patriottica della penisola, ma la puntata di ieri ha messo a dura prova la mia forza di volontà. Serata speciale dedicata ai 150 dell’Unità d’Italia, ospite attesissimo Roberto Benigni, che arriva trionfale su un cavallo bianco sventolando un Tricolore, e già mi sento un po’ male. La prima mezz’oretta è un po’ fiacca: le solite battute che, sì, fanno ridere, per carità, ma ci si aspetta un po’ di più da Benigni. O forse sono io che mi aspetto un po’ di più da Benigni. Mi è piaciuta, invece, la seconda parte, l’esegesi dell’inno di Mameli (a proposito, sarei curiosa di sapere in quanti fra gli spettatori avessero mai sentito il termine “esegesi”). Ora, ribadisco il fatto che tutto quello che è troppo patriottico mi da’ un pochino di nausea, ma mi ricordo ancora di un tempo lontano, quando la mia materia preferita era Storia e il mio argomento preferito proprio il Risorgimento. Ecco, se fossi un’insegnante di Storia, mostrerei ai miei alunni l’intervento di Benigni. Perché un conto è dire “Mazzini fondò la Giovine Italia nel…” o “Garibaldi guidò la spedizione dei Mille partendo da…”, frasi che ai ragazzi entrano da un orecchio ed escono dall’altro. Forse invece raccontare che dei loro coetanei (immagino che il Risorgimento si studi ancora tra la quarta e la quinta superiore, dipende da quanto si è in ritardo col programma) abbiano deciso di mollare tutto e andare a morire così, per un ideale, magari può risvegliare un minimo di interesse. Anche solo per il fatto che è un’idea talmente lontana dalla realtà di oggi che qualcuno potrebbe esserne incuriosito.

Mi è piaciuto anche l’intervento di Luca e Paolo sugli indifferenti (che faccia avrà fatto La Russa quando si è trovato davanti il faccione di Gramsci?), a dimostrazione del fatto che sono bravi anche quando sono seri, non solo quando fanno i Cugini Merda.
Il resto della serata può essere riassunta in una parola: yawn. Gli ultimi quattro giovani in gara si sono presentati sul palco poco prima di mezzanotte e, mentre i primi quattro avevano cantato brani di generi totalmente diversi fra loro, le canzoni di ieri sembravano scritte con la carta carbone. Tra l’altro, il pezzo dei gemellini (a.k.a. i Jonas Brothers de noantri), stonature a parte, aveva una certa assonanza con un brano dei Nickelback, o è solo una mia impressione?
Le canzoni presentate dai big oscillavano tra il banale e l’inascoltabile, tanto che perfino il mio televisore si è ribellato e si è impallato in più di un’occasione. Ma abbiamo stretto i denti e siamo arrivati fino alla fine.
Le solite considerazioni sparse:
Belen e la Canalis si presentano vestite da matrimonio (la prima indossa una specie di smoking, la seconda sembra vestita da sposa) e improvvisano un ballo con casqué. Se va avanti così, per la finale mi aspetto come minimo che si mettano la lingua in bocca.
Anna Tatangelo è vestita da bomboniera. Gli zatteroni credo le siano stati consigliati da Maurizia Paradiso.
Aiuto, la Oxa! Mamme, mandate a letto i bambini! Sembra un esperimento genetico sfuggito al controllo di uno scienziato pazzo, un ibrido fra Siouxie e la strega di Biancaneve. Moira Orfei al confronto ha un look “acqua e sapone”.
Il pubblico può donare 2 o 5 euro ad una Onlus telefonando o inviando un SMS durante l’esecuzione delle canzoni. Il brano che alla fine ha ricevuto più donazioni è “Va’ pensiero”, interpretata da Al Bano e due cantanti greci. Al di là di ogni considerazione personale (il mio intestino ha trovato l’interpretazione molto stimolante), chissà come l’avranno presa i leghisti, il loro inno cantato da un terùn e due stranieri. Sento già le popolazioni delle valli padane che si mobilitano.
I miei complimenti a Paolo per la cravatta. Nerazzurra.
Il brano cantato dai Modà con Emma è dedicato a Sacco e Vanzetti. Nella presentazione si ricorda che in America, all’inizio del secolo scorso, alcuni locali esponevano cartelli che dicevano “Vietato l’ingresso agli italiani”. Per la cronaca, un paio di anni fa, fuori da un bar del mio paese, ce n’era uno che diceva “Vietato l’ingresso a romani e rumeni”.
La fine si avvicina e nessuno dei conduttori sa più cosa fare, partono stacchi pubblicitari non annunciati, non si capisce chi debba dire cosa e introdurre chi, vengono ripescati Al Bano e la Tatangelo, beccata ad esultare con eleganti movimenti di bacino, e Morandi canta l’inno nazionale. È l’1 passata e io mi chiedo chi me l’abbia fatto fare.
Stasera appuntamento con i duetti e l’ultima eliminazione prima della finale. Vedo la luce in fondo al tunnel.