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Sanremo 2011, seconda serata

giovedì 17 febbraio 2011

Sarà che non sono abituata a guardare la TV per due sere di fila, sarà che la seconda puntata del festival aveva un che di soporifero, ma è stata una fatica arrivare fino alla fine. Un assaggio di come sarebbe andata l’avevo avuto durante la conferenza stampa pomeridiana, quando la responsabile di non so cosa ha spiegato che i giovani si sarebbero esibiti dopo i 12 big rimasti in gara. Commento di una giornalista: “Quindi a notte fonda”. Replica della suddetta responsabile: “Eh, ma si sa che i giovani fanno tardi.” Geniale, davvero. Come se i ggiòvani guardassero il Festival di Sanremo. Ma tant’è. Le quattro “nuove proposte” di ieri, tra l’altro, presentavano quattro generi completamente diversi fra loro, rendendo difficile fare un confronto: una classica canzone melodica “all’italiana”, un pezzo reggae, un brano R&B e uno vagamente jazz. A riprova che i bimbiminkia italici stavano facendo tutt’altro, sono passati la prima e l’ultimo.

Ma passiamo alle considerazioni generali, in ordine più o meno di apparizione.

Gianni Morandi spunta da una palla, un po’ come Lady Gaga che arriva ai Grammy all’interno di un uovo. Mi astengo dal commentare, ci hanno già pensato Luca e Paolo a prenderlo per il culo.

Qualcuno sa spiegarmi come ha fatto Tricarico a passare da “Puttana la maestra” all’inno al Tricolore? Devo essermi persa qualche passaggio fondamentale.

Max Pezzali si è finalmente ricordato la combinazione del lucchetto della valigia e ha potuto indossare dei vestiti normali.

Ommioddio Ellen come si chiama. Vedo che il suo italiano non è migliorato dai tempi della Gialappa’s.

Andy Garcia superospite della serata. Allora. Già la presentazione sembrava fatta con PowerPoint, l’intervista poi, se vogliamo chiamarla così, è stata la solita accozzaglia di luoghi comuni sull’Italia. (Lo sapevate? A Andy Garcia piace la cucina italiana! Tra poco la ricetta dei bucatini alla Andy, su Rieducational Channel.) Momento “d’oh!” quando Morandi gli chiede, con un giro di parole, se ha mai fatto le corna alla moglie (con cui è sposato da 30 anni) e gran finale al pianoforte. Cuba libre per tutti!

Paperona di Morandi che dice che quest’anno si festeggiano 150 anni di Repubblica Italiana; si salva in corner con una rettifica dopo la pubblicità. Eppure certe cose dovrebbe saperle, all’epoca lui c’era.

Qualcuno scriva un decreto d’urgenza per impedire alla Canalis di parlare in inglese. Davvero, il legittimo impedimento in questo caso sarebbe assolutamente legittimo. Che si limiti a far vedere il lato b come ha fatto per tutta la sera.

Alle 23:30 passate arrivano i ggiòvani, preceduti da una manfrina interminabile sul funzionamento del televoto. E una raccomandazione: si possono inviare al massimo 5 SMS per artista; noi non abbiamo i mezzi tecnici per impedirvi di inviarne 5 mila, ma confidiamo nel vostro buon senso. BWHAHAHA, questa era davvero bell… Ah, non era una battuta?

Dopo i colori di una marca di telefonia nella prima serata, l’ospite musicale (Eliza Doolittle) canta il brano usato nello spot dell’altra. Così, per par condicio.

Il momento di delirio generale alla fine, con sonagli, maracas e il direttore d’orchestra che se ne va in giro per il palco con la chitarra a tracolla, è chiaramente copiato dai concerti dei Deluded by Lesbians, i grandi assenti di questa edizione.

    E stasera puntatone dedicato ai 150 di Unità d’Italia, con Roberto Benigni e inizio alle 20:40. Vado a preparare la caffettiera da 6.

    2 commenti

    1. Ottima recensione, velo pietoso sulla manifestazione


    2. standing ovation per i deluded by lesbians!!!



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