Archive for luglio 2010

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Attenti al cane: potreste investirlo

mercoledì 14 luglio 2010

Pensavo di non essere più capace di indignarmi. A furia di sentir parlare di scandali, lodi, manovre, leggi e leggine ad personam, ad familiam, ad minchiam, pensavo di aver sviluppato un filtro fra me e il mondo esterno e di essere diventata immune a certe notizie. Una delle mie frasi più ricorrenti è “Non mi stupisco più di niente”. Ma per fortuna ci ha pensato mamma Rai a farmi ricredere, grazie alla sua campagna antiabbandono. Campagna volta a contrastare il fenomeno dell’abbandono degli animali domestici appena la temperatura esterna supera i 25°C? Magari.

Ho cercato lo spot in questione in rete, ma invano. Forse non mi sono impegnata abbastanza: col caldo, si sa, la voglia di fare qualsiasi cosa cola a picco; o forse i responsabili, presi da improvvisa vergogna, lo hanno fatto sparire. In breve, per invitare gli “abbonati” (anche se per la Rai il termine esatto sarebbe “contribuenti”, visto che non si tratta di abbonamento volontario, bensì di tassa obbligatoria) a continuare a guardare Raitre anche nei mesi estivi, si mostra una donna che guarda con aria triste un televisore (schermo piatto, ultimo modello), che se ne sta tutto solo dietro le sbarre di un canile (televisorile?), seguita da una bimba che, in macchina con mamma e papà, ne vede uno ai bordi della strada e chiede “Possiamo prenderlo con noi?” Stacco di montaggio, bimba che abbraccia felice l’elettrodomestico e voce fuori campo che declama “Raitre non ti abbandona. Non abbandonare Raitre.” Cito a memoria, non me ne vogliano i geniali autori se ho riportato qualche parola fuori posto.

Dovrebbe essere una parodia? Dovrebbe farmi sorridere? Se siamo arrivati al punto di poter scherzare sul fatto che migliaia di persone abbandonano quelli che fino a maggio sono i loro migliori amici, ma che già a giugno cominciano a dare fastidio, significa che lo consideriamo normale. Quasi un’abitudine. “Guarda, c’è un cane ai bordi della strada.” “Eh, sono cominciate le ferie…”

E se da un lato mi fa piacere che ci siano campagne ministeriali che invitano i cittadini a portare i propri animali in vacanza con sé (vedi il sito www.turistia4zampe.it), dall’altro mi rendo conto che sradicare le abitudini consolidate è una delle imprese più ardue da portare a termine. E presentare certe scene in TV come fossero parte della quotidianità non aiuta di certo.


Fonte foto: ENPA Monza

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Magic Italy?

giovedì 8 luglio 2010

Il turismo potrebbe, e forse dovrebbe, essere il primo settore economico italiano. Abbiamo 7.456 km di coste, montagne con panorami da fiaba e città d’arte famose in tutto il mondo. Ma i turisti, negli ultimi anni, preferiscono trascorrere le vacanze altrove.

Dopo notti passate ad analizzare il problema, gli esperti giungono alla conclusione: sarà un problema di comunicazione. Il prodotto che offri sarà anche il migliore sul mercato, ma se non lo presenti bene, il cliente ne sceglie un altro. Il primo a prendere di petto il problema fu l’allora Ministro dei Beni Culturali Rutelli, che lanciò un accorato appello ai turisti stanieri, in perfetto inglese maccheronico. Come dimenticare lo struggente “Pliz, visiz Italy“? Io me lo sogno ancora la notte dopo una cena un po’ pesante.

Negli ultimi anni, poi, anche il turismo è stato fortemente influenzato da internet: voli, alberghi, biglietti ferroviari, tutto può essere prenotato online. Ovvio, quindi, che una nazione debba puntare molto in questa direzione. E qui comincia l’odissea di quello che dovrebbe essere il portale del turismo italiano. Uso il condizionale perché non sono sicura che il sito sia effettivamente funzionante in ogni sua parte. Quello che è certo è che il visitatore di www.italia.it viene accolto da un video che mostra le meraviglie del Belpaese, con tanto di voce fuori campo dell’italiano più amato di tutti i tempi: Silvio Berlusconi.

Ovviamente il re del “faso tuto mi” non poteva non rispondere in prima persona al video di Cicciobello Rutelli. Ma a parte l’effetto comico (mentre lo ascoltavo mi aspettavo un “Cribbio!” da un momento all’altro), il messaggio rischia di essere controproducente. In linea di principio, sono d’accordo con l’idea e mi sento chiamata in causa: negli ultimi anni ho trascorso le vacanze quasi sempre all’estero, penso di conoscere meglio la Germania dell’Italia e, prima di visitare Roma, sono stata a New York, Londra e Berlino. Trovo giustificato il tentativo di far conoscere agli italiani il proprio Paese, soprattutto in un momento di crisi economica, durante il quale restare in patria può aiutare l’economia locale e far risparmiare le famiglie. Peccato che due settimane sulla riviera romagnola costino più che andare in Croazia o in Egitto (viaggio compreso), che le spiagge libere si siano ridotte a minuscoli fazzoletti di sabbia e che affittare un ombrellone e due sdraio costi quasi quanto una camera d’albergo.

Ma forse ho frainteso: l’invito è a restare in Italia a lavorare. Così almeno i nostri VIP potranno godersi le spiagge senza il rischio di incontrare la gentaglia comune che osa tentare di rilassarsi dopo un anno di lavoro. Quelli che ancora ne hanno uno…